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"Una psicologia medica cattolica deve essere una vera sintesi delle verità contenute nei sistemi già esistenti e inaccettabili visto il loro spirito di materialismo puro e le verità della filosofia e la teologia cattolica. Questo lavoro di sintesi non può essere compiuto che da persone istruite e nella medicina o psicologia e nella filosofia, e che possiedono una esperienza pratica e personale assai grande: cioè questo lavoro deve essere fatto da medici, specialisti di psichiatria, dunque da scienziati cattolici laici. (Rudolf Allers, 1936, lettera a P. Agostino Gemelli).

martedì 13 dicembre 2016

Da Aristotele a Freud - Martin F. Echavarria

Il libro che ci apprestiamo a recensire rappresenta, probabilmente, uno dei riferimenti più importanti per ogni psicologo cattolico: Da Aristotele a Freud - Saggio di storia della psicologia, di Martin F. Echavarria (D'Ettoris Editori, Crotone 2016). Come più volte è stato sottolineato su questo blog, sono anni difficili per "il sapere", ovvero per la conoscenza delle cose in generale e dei fatti storici in particolare. Il relativismo tende a manipolare la verità esperienziale mentre il revisionismo storico, spesso nascosto come aggiornamento mediatico, omette, distorce, falsifica. Si pensi, ad esempio, alle fiction televisive, in cui diversi personaggi finiscono per apparire ben diversi da come furono realmente; ma anche alla revisione dei libri di testo attuata secondo la finalità "buona" di renderli maggiormente fruibili a degli studenti sempre meno motivati. La psicologia non è immune da tali fenomeni, anzi, più uno approfondisce e più emergono delle verità scomode.

lunedì 28 novembre 2016

Tommaso d'Aquino e la Psicologia Positiva - Craig Steven Titus

Dopo aver approfondito il contributo di Paul Vitz al modello dell'Institute for the Psychological Sciences di Arlington (recentemente divenuto parte della Divine Mercy University), ci concentriamo ora sul pensiero di un altro importante autore del medesimo gruppo: Craig Steven Titus. Già professore all'Università di Friburgo, ora insegna antropologia filosofica approfondendo il tema delle virtù in riferimento allo sviluppo emotivo e morale, focalizzandosi sulla psicologia della virtù ed integrando i dati provenienti dalle tre branche del sapere che si occupano di tali tematiche: la psicologia, la filosofia e la teologia. E' autore di diversi testi molto interessanti. In Resilience and the virtue of fortitude - Aquinas in dialogue with the psychosocial sciences (Catholic University of America Press, 2006) confronta il concetto di resilienza delle psicologie contemporanee con la virtù della fortezza descritta dall'Aquinate. Nei tre testi collettivi Philosophical psychology - Psychology, emotions and freedom (The IPS Press, 2009), The psychology of character and virtue (IPS Press, 2009) e Philosophical virtues and psychological strenghts - Building the bridge (Sophia Intitute Press, 2013) cura una visione d'insieme dell'umano in cui trovano spazio le virtù, la loro formazione, l'educazione ed anche la terapia. Cura anche la pubblicazione degli insegnamenti di Servais Pinckaers, OP, intitolati The Pinckaers reader - Renewing Thomistic Moral Theology (Catholic University of America Press, 2005), in cui si riprende la lezione dell'Aquinate sulla persona, nonché altri testi più squisitamente filosofici.

giovedì 3 novembre 2016

Psicologia e culto di sé - Paul Vitz

Nel mezzo della nostra indagine sul modello teorico-pratico dell’IPS, l’Insitute for the Psychological Science di Arlington, inseriamo – quasi come intermezzo – la recensione dell’unico testo di Paul Vitz tradotto in italiano: Psicologia e culto di sé. Si tratta di un’opera estremamente importante: la prima e più fondata critica alla psicologia umanista. Anni fa la lettura di questo libro mi permise di cogliere diversi aspetti oscuri che solo intuitivamente, da allora appassionato rogersiano alle prese con i primi colloqui da professionista, avevo intuito. Carl Rogers, così come diversi altri autori della scuola umanista, attraggono gli psicologi di area cattolica per diversi punti di contatto in apparenza coincidenti. In realtà, l’antropologia umanista è ben diversa dalla concezione di uomo promossa dalla Chiesa. La recensione di Martin F. Echavarria (edita da Sapientia, volume LVI, pp. 353-355, Buenos Aires 2001) ben ne evidenza i punti salienti, fornendo anche un prezioso inquadramento generale dell’autore e della sua storia.


lunedì 3 ottobre 2016

PRESENTE E FUTURO DELLA PSICOLOGIA CRISTIANA - INTERVISTA A PAUL VITZ

Il contributo di Paul Vitz alla psicologia cattolica ha destato l'interesse di diversi studiosi, anche italiani. Nel 2012 la rivista Tredimensioni ha pubblica la traduzione di un'intervista a Vitz, apparsa precedentemente in lingua originale su Edification, primo giornale della Society for Christian Psychology. Si tratta di un testo semplice e ad ampio raggio, che ben ci permette di approfondire ulteriormente il pensiero di questo autore e, quindi, dell'indirizzo dell'Institute for the Psychological Science (IPS). Ringrazio Alessandro Manenti, direttore di Tredimensioni, per la concessione.


lunedì 19 settembre 2016

LA PSICOLOGIA IN RIPRESA - PAUL VITZ

Continuiamo lo studio del modello di psicologia cattolica proposto dall'Institute for the Psychological Science con un articolo del suo autore più celebre: Paul Vitz. Professore emerito di psicologia alla New York University, Vitz è particolarmente noto per la sua critica alla psicologia umanista pubblicata alla fine degli anni settanta ed edita in italiano col titolo di "Psicologia e culto di sé", Edizioni Dehoniane di Bologna. Si tratta di un testo particolarmente importante poiché analizza le psicologie di Abraham Maslow, Carl Rogers, Erich Fromm e Rollo May da una prospettiva filosofica e cristiana, evidenziando come la corrente umanistica crei, nei fatti, una nuova religione: il culto del sé. Alla fine degli anni ottanta, da cristiano, scrive un libro sull'inconscio in Sigmund Freud. Nel duemila è autore di un saggio contro l'ateismo, Faith of the fatherless: the psychology of atheism. Negli ultimi anni ha contribuito attivamente col gruppo dell'IPS, avvicinandosi alla psicologia positiva e la riscoperta delle virtù di Martin Seligman e colleghi. L'aspetto più significativo dei suoi contributi è il richiamo costante al cristianesimo. "La psicologia in ripresa" (edito nel 2005 su First Things) è uno degli articoli/interviste più significativi e riassuntivi del suo pensiero.

giovedì 15 settembre 2016

LA CURA AL CONFINE - SEVESO 27-29 OTTOBRE 2016



Dal 27 al 29 Ottobre prossimi si svolgerà a Seveso il convegno degli Operatori Psicosociali dell'Associazione Medicina e Persona, in collaborazione con la Diocesi di Milano. Due anni fa, il precedente convegno ha ospitato il professor Martin F. Echavarria nella sessione di apertura (abbiamo pubblicato sul blog il suo intervento: "Soggetto umano e dimensione antropologica"). Il convegno di quest'anno si annuncia particolarmente interessante per due motivi. Il primo è il tema principale, che vuole riflettere sul "confine" che esiste tra il guaribile e l'inguaribile: il medico e lo psicoterapeuta è chiamato a prendersi cura solo degli aspetti guaribili, secondo una visione medicalista della restitutio ad integrum, oppure anche del fatto che vi sono condizioni inguaribili o che, pur guarendo, lasciano una traccia? Ovvero che esiste una "domanda di salvezza dentro la richiesta della salute", come ebbe a sintetizzare il Cardinale Angelo Scola che chiuderà proprio i lavori del convegno. Il secondo motivo consiste nel fatto che, come due anni fa, anche l'ambito della psicologia cattolica ha un suo spazio specifico, in particolare una sessione dal titolo: "Speranza e domanda di senso: il senso religioso nella cura e nella psicoterapia". L'obiettivo è di mettere a tema come il senso religioso interviene nell'ambito della terapia e, quindi, in che modo lo psicoterapeuta - sulla base di una sana antropologia preventivamente formulata - interviene nella prassi. Ospiti relatori il dot. Domenico Bellantoni, psicoterapeuta, e il dot. Carlo Alfredo Clerici, psichiatra. L'invito rivolto a tutti è di iscriversi e di partecipare! Di seguito il razionale del convegno e la sintesi della sessione. Iscrizioni. Brochure. Programma relazioni. Sessioni parallele.

venerdì 3 giugno 2016

IL MODELLO DELL'IPS - PREMESSE TEOLOGICHE E FILOSOFICHE

L'articolo di questo mese rappresenta, in parte, una novità. Sin'ora ci siamo interessati a quegli autori che, direttamente, hanno tentato di ricucire la scissione esistente tra le psicologie contemporanee e la concezione cristiana dell'uomo. Il punto d'incontro che maggiormente, a nostro avviso, è rappresentativo dell'unità tra psicologia e cristianesimo abbiamo visto essere il contributo di Rudolf Allers, le cui prospettive sono state proposte su queste pagine (e continueranno ad esserlo anche in futuro). Allers rappresenta un punto nodale anche da una prospettiva temporale: il suo recupero della filosofia tomista costituisce il trait d'union tra il passato ed il presente, tra la riflessione bimillenaria della Chiesa e la contemporaneità. La scuola tomista, dunque, che in Allers ha il suo principale esponente d'inizio secolo nel versante della psicologia - e che annovera altri pensatori, come Magda Arnold, purtroppo sparsi qua e là nel mondo e non organizzati in un'unità (vedremo a tal proposito le vicende dell'Associazione di psicologia cattolica americana) - si è sviluppata negli anni recenti specialmente in America Latina, su impulso del prof. Ignacio Andereggen (si veda il suo articolo: San Tommaso, psicologo). Ad essa ci siamo riferiti in più occasioni, specialmente ricorrendo all'opera del professor Martin F. Echavarria, in grado di coniugare in una visione d'insieme gli aspetti teorici con quelli pratici (psicoterapia). La "scuola argentina", come più volte l'abbiamo titolata, non è però l'unica a riprendere i contributi di San Tommaso. Anche il gruppo dell'Insitute for Psychological Science, ad Arlington negli Stati Uniti, è da anni impegnato in una riflessione corale sull'integrazione tra l'antropologia cattolica e la psicoterapia. Tra gli autori più importanti dell'istituto figurano Paul Vitz, psicoanalista noto anche in Italia per il suo scritto critico - fondamentale - contro l'antropologia sottesa all'approccio umanistico (cfr. Psicologia e culto di sé, Dehoniane, Bologna), Cristian Brugger, firma dell'interessante Psicologia ed atropologia cristiana, e Steve Craig Titus, autore di alcuni testi che coniugano la pratica delle virtù con l'esercizio della psicoterapia (tra di essi, Resilience and the virtue of fortitude: Aquinas in Dialogue with the psychosocial sciences).

venerdì 29 aprile 2016

POCO MENO DI UN ANGELO - ERMANNO PAVESI

Il libro del professor Ermanno Pavesi, psichiatra e docente universitario in Svizzera, è uno di quei testi che uno psicologo cattolico non può esimersi dal leggere e dal custodire gelosamente nella propria libreria. Poco meno di un angelo - L'uomo soltanto una particella della natura? (Edizioni D'Ettoris, Crotone 2016, 312 pp., 20,90 euro) ripercorre le vicende storico-filosofiche della medicina, ed in particolare di quella parte della medicina che s'interessa della psiche, la psicoterapia/psichiatria o cura dell'anima, sin dalle origini fino al tempo presente. Evidenziando le riletture storiche fallaci, specialmente degli autori dell'Umanesimo e della Riforma Protestante - Pavesi evidenzia una linea di pensiero della modernità che, attraverso gli autori del rinascimento prima e della modernità poi, conduce al determinismo biologista della contemporaneità. Si tratta di un determinismo che a volte è dichiaratamente materialista (si pensi all'estremizzazione dell'importanza del cervello - neuroni e neurotrasmettitori - a discapito della mente - intelletto e volontà) altre volte è spiritualista (l'inconscio, l'occultismo, ma anche l'astrologia - nel libro è sorprendente scoprire come quest'ultima non abbia mai smesso di esercitare una forte influenza sui teorici della medicina).
Ne pubblichiamo la Prefazione, scritta dal professore Mauro Ronco.

venerdì 1 aprile 2016

Incorporare la filosofia in ogni corso di psicologia, e perché sia importante - Amy Fisher Smith

Amy Fisher Smith
Capita spesso d'incontrare un interlocutore che difende a spada tratta l'autonomia della psicologia dalla filosofia. "La psicologia è una scienza indipendente!" sostiene, magari aggrappandosi a qualche fonte autorevole, come il Legrenzi che, nel suo manuale di psicologia generale, fa propria l'idea secondo cui il laboratorio di Wundt a Lipsia rappresenti lo «spartiacque tra due millenni psicologia "filosofica" e centoventi anni di psicologia scientifica» (Legrenzi P., Psicologia generale, Il Mulino, Bologna 1996, p. 18). L'obiettivo può anche essere nobile: difendersi dalle cattive filosofie che, specialmente nella modernità, hanno introdotto delle concezioni mistificatorie dell'uomo e del cosmo. Per proteggersi da esse, la psicologia dev'essere scienza pura, autonoma, indipendente da qualsiasi influenza. Sul piano clinico tale concezione si declina nella ricerca di una neutralità massima: il terapeuta non deve consigliare, né guidare, né (a ben vedere) curare. Non si parla di valori (li si rispetta, si dice), non si entra nel merito delle scelte. Quando fronteggio una simile posizione, quasi sempre oppongo alla tesi sostenuta l'antitesi. Talvolta è la via più semplice, poiché l'indipendentismo e la neutralità prestano facilmente il fianco ad osservazioni paradossali. Proteggersi da una cattiva filosofia significa negare la filosofia stessa (principio rivoluzionario)? Verso un paziente che ha per mira il suicidio, il terapeuta (direttamente o indirettamente) non lo aiuta a modificare le proprie concezioni? E verso un omicida, un pedofilo, un sociopatico, il terapeuta non va alla ricerca delle cause di tali 'sintomi'? Altro che neutralità: che lo ammetta o non lo ammetta coscientemente, il terapeuta è animato nel suo compito da un giudizio di valore verso ciò che gli porta il paziente. Certamente non deve imporlo, ma non s'illuda d'evitare di proporlo...perché non è così (ed è bene che non lo sia, altrimenti cosa ci sta a fare?). 

martedì 8 marzo 2016

PSICOLOGIA E VITA CRISTIANA - di WENCESLAO VIAL

Riportiamo la bella recensione che il prof. Franco Poterzio, ricercatore presso la Clinica Psichiatrica dell'Università di Milano, ha dedicato a Psicologia e vita cristiana (Edizioni Università della Santa Croce, Roma 2015) di Wenceslao Vial, docente di Psicologia e vita cristiana presso la Pontificia Università della Santa Croce. Pubblicata su Studi Cattolici (n° 658, dicembre 2015, pp. 878-880), si ringrazia l'editore per la concessione.

domenica 14 febbraio 2016

CRISTO E LA SUA RELAZIONE CON LA PSICOLOGIA - di IGNACIO ANDEREGGEN

Tra qualche mese festeggeremo sei anni di attività. Abbiamo iniziato la nostra avventura da un sentimento d'insoddisfazione: nessuna delle psicologie contemporanee pare adeguata a descrivere sufficientemente l'uomo, particolarmente la persona sofferente ed affetta da disturbo psichico. Molte di esse, inoltre, propongono delle terapie che sembrano contrastare l'ontologia e la morale cristiana. L'adozione indiscriminata delle psicologie contemporanee da parte dello psicologo che si professa cattolico genera una pericolosa scissione: la vita di fede da una parte, la vita professionale dall'altra. 
Abbiamo così iniziato a contrastare tali tendenze recuperando l'eredità del Magistero e della cultura cristiana, in particolare la filosofia tomista. Seguendo l'esempio di alcuni precursori - come Rudolf Allers - e di chi ci precede in quest'opera - come Ignacio Andereggen, Martin Echavarria ed altri - abbiamo portato alla luce le antropologie sottese ai vari sistemi di pensiero contemporanei, per coglierne valori e limiti. Sintetizzando le verità presenti in essi con la filosofia tomista, abbiamo iniziato a costruire una vera e propria psicologia cristiana, benché - ne siamo consapevoli - essa attenda ancora gran parte della sua edificazione.