La
salute psichica & spirituale
Franco Poterzio
Scrive
Frankl (1978): «Ci resta da esplorare al di là della dimensione somatica e
psichica una terza dimensione dell’“essere-uomo”, ciò che lo psicologismo non è
disposto a riconoscere (mentre lo spiritualismo commette l’errore di
considerare la dimensione spirituale come l’unica dimensione dell’uomo):
l’esistenza umana nei suoi valori e nei suoi significati in tutta la loro
estensione spirituale, psichica e somatica. Anche nella dimensione spirituale possono
mettere radici le nevrosi giacché la tensione scatenata da un conflitto di
coscienza, da una situazione a forte risonanza etica, o l’oppressione
esercitata da un problema spirituale, insomma, una crisi esistenziale possono provocare
una nevrosi» (V.E. Frankl, Per una psicoterapia riumanizzata, Mursia, Milano
1978, 19903, p. 168).
Da
Cartesio (con la sua distinzione tra res cogitans e res extensa) fino ai giorni
nostri le scienze psicologiche e le scienze della religione hanno tentato di
ricondurre al loro proprio alveo tutto il bagaglio di nozioni che via via le scienze
psicologiche, psichiatriche, sociologiche, teologiche, dottrinali e morali
andavano negli anni accumulando.
Praticamente
ogni prospettiva scientifica che abbia l’uomo per oggetto necessariamente
propende ad assolutizzare le proprie scoperte, le proprie deduzioni, i propri
assiomi. Mentre le scienze di natura (Naturwissenschaften) hanno i loro punti di
forza in alcune evidenze dimostrabili sperimentalmente, le scienze dello spirito
(Geisteswissenschaften) possiedono dei vantaggi in un solido impianto
metafisico, in una chiara antropologia di riferimento e, per quanto riguarda la
religione rivelata, la parola di Dio cui appellarsi.
Il
divario però rimane.
Il
dialogo tra i vari punti di vista focalizzati sull'uomo è spesso improduttivo o
sterilmente polemico. A far della teoria ciascuna disciplina interviene per
conto proprio con ben costruiti sistemi logici di estrema coerenza interna,
poco aperti tuttavia a quel confronto in cui ciascuno veramente si propone di
capire e non soltanto di criticare, spesso con buona dose di supponenza, il pensiero
altrui.
In
questo contesto multidisciplinare e interdisciplinare si inserisce il lavoro di
Wenceslao Vial, Psicologia e vita cristiana. Cura della salute mentale e
spirituale («Sussidi di Teologia», EDUSC, Roma 2015, pp. 424, euro 30, edito
per conto della Pontificia Università della Santa Croce in Roma).
Questo
lavoro si colloca con grande lungimiranza alla confluenza delle scienze
antropologiche, psicologiche, psichiatriche, teologiche, pedagogiche, ascetiche
e dottrinali per affrontare le diverse condizioni della vita dell’uomo, nella
salute e nella malattia, nella fede e senza di essa.
Wenceslao Vial |
L’essere umano & la sofferenza
Molti
sono i pregi dell’opera di Vial. Il primo: esserne l’unico autore. Ne deriva
una trattazione ordinata e coordinata, equilibrata nelle sue parti, semplice,
documentata, aderente alle più attendibili e collaudate teorie.
Al
lettore vengono così risparmiate le varie voci di esperti in cui ciascuno nel
suo campo propone la sintesi generale dei diversi problemi: in tali
aggregazioni di competenti studiosi solitamente ognuno suona il suo strumento, ma
raramente riesce ad accordarsi con gli altri in una sola sinfonia.
Il
secondo: la misura. Vial dalle varie correnti di pensiero, dalla psichiatria
fino alla teologia, prende «quel tanto di essenziale» necessario a svolgere
l’argomento. Non c’è nulla di superfluo. Vial non pretende di offrire una summa
globale dei temi che tratta, evita di addentrarsi in meandri teorici, ma il suo
lavoro è completo e armonioso nelle sue parti. Il terzo: l’originalità.
L’Autore non segue lo schema collaudato e tradizionale dei vari trattati di psicologia,
psichiatria, pedagogia, antropologia, ascetica, il cui impianto
stereotipicamente si ripete a ogni nuova edizione. Vial non copia e non segue
lo schema classico dei testi delle diverse discipline. L’originalità consiste
appunto in una sintesi tra i vari quadri di sofferenza psichica (non solo
malattie) e la vita spirituale. Ne deriva un sostanziale, concreto e pratico
aiuto di enorme vantaggio non solo per chi patisce un qualsiasi disagio
psichico, ma anche per chi si trova in un percorso terapeutico. La mancanza di
comunicazione tra scienze psichiatriche e religione procura spesso nell’utente
e in chi lo cura una separazione troppo forte cosicché vita interiore e
psicologia non si sostengono a vicenda in un itinerario interattivo di salute e
di salvezza. Finalmente con l’opera di questo Autore le varie discipline ritrovano nell'essere umano e nelle sue condizioni di sofferenza la loro giusta sintesi.
Il
quarto: la concretezza. L’Autore non prende le mosse dalle teorie, ma dalla
realtà concreta dell’essere umano e delle sue situazioni maggiormente
problematiche sulle quali necessariamente vengono a coagularsi i vari approcci
scientifici che, per amor di verità e di completezza, egli mai trascura. Il quinto:
l’opera possiede un notevole potenziale divulgativo. Oltre a essere chiara e
accessibile, senza alcuna superficialità o semplificazione, serve (ma serve davvero!)
agli psicologi, agli psichiatri, agli educatori, agli accompagnatori
spirituali, massimamente ai sacerdoti, agli insegnanti, insomma a tutti coloro
che debbono, ciascuno nel suo settore, farsi esperti in umanità incoraggiati anche
dalle più autentiche e profonde motivazioni di contribuire all’edificazione del
regno di Dio.
Disturbi psichici & peccati
Molte
impostazioni errate potrebbero essere evitate leggendo questo testo. Pensiamo
per esempio all'invincibile scrupolosità del disturbo ossessivo-compulsivo:
poveri confessori. Debbono sorbirsi migliaia di inutili e ripetitive accuse di
atti che non sono stati peccati e sono soltanto tali per l’iterazione di invincibili
pensieri parassiti e coatti. Hanno un bel seguire i trattati di ascetica o di
medicina pastorale: assumersi tutta la responsabilità delle azioni del
penitente. E così accanto al perverso sistema di autorità che il malcapitato
possiede (un dio a immagine e somiglianza del suo super-Io) gliene mettiamo un
altro che è quello di dover obbedire al sacerdote. E si procura così un secondo
danno.
E
ancora: provate a spiegare a una malata di anoressia che il distruggersi e il
consumarsi nel digiuno è un peccato. Vi guarderà stupefatta e segretamente penserà:
«Ma questo non ha proprio capito niente».
Ugualmente
con un depresso grave: consigliategli pure di svagarsi, di riposare e magari di
non rimuginare tanto su di sé ma di pensare agli altri, che è proprio tutto ciò
che la malattia gli impedisce di fare. Aggraverete i suoi sentimenti di colpa.
Potrebbe suicidarsi pur sapendo bene che il suicidio è un peccato, per non essere
più di peso ai famigliari con la colpa di essere incapace di lavorare, di
gioire, di relazionarsi agli altri, di riposare (Frankl) e di seguire i buoni
consigli.
E
come cavarsela con il falso ascetismo delle personalità isteriche, così docili,
dipendenti, remissive, ma piene di pretese di valore e inclini alle crisi
esplosivo-intermittenti in cui, a seconda dei casi, o l’urlo e il pianto o la chiusura
in sé per giorni o la fuga dal contesto vengono a prevalere? Non solo lo
psichiatra, ma anche i direttori spirituali e i parenti non sanno quale partito
prendere di fronte a disturbi oppositivo-provocatori di adulti rancorosi, incapaci
di seguire alcun consiglio, immaturi come adolescenti incattiviti, ostili e
risentiti nel loro ambiente famigliare, chiusi in sé e in grado di ammorbare
con la loro presenza tutto il contesto famigliare e lavorativo. Non permettetevi
di dire a costoro che potrebbero giovarsi di una terapia psichiatrica. Vorrebbe
dire cambiare. Ma cambiare per loro significherebbe perdere la meta nevrotica
di torturare gli altri e di far loro pagare i danni subiti. L’isolamento e il
silenzio sono altamente punitivi e fanno soffrire coloro che stanno vicini a
questi soggetti.
La
rassegna potrebbe continuare. Va aggiunto che i preziosi e ben centrati criteri
ascetici per chi soffre di offrire a Dio i propri dolori, di esercitare la
pazienza, di attenersi a quello che dice il medico e di non pensar troppo a sé
stessi valgono fino ad un certo punto di fronte al disagio psichico che in primo
luogo, come dice Frankl, si configura con modalità iper-riflessive ossia con
invincibili oppositività, angoscia, introversione e chiusura in sé neppure
utilizzabili per percorsi introspettivi utili a un lavoro di psicoterapia.
La psicopatologia della vita quotidiana
Il
fenomeno non vale soltanto per le gravi patologie psichiche ma si può
riscontrare anche nella cosiddetta psicopatologia della vita quotidiana.
Ed
è proprio a queste situazioni, mai considerate con profondità nei diversi
trattati di psicologia e di psicopatologia, che Vial rivolge molto
opportunamente la propria attenzione con il suggerire, caso per caso, criteri
di possibile igiene mentale e indicando delle linee direttive sulle quali
orientare un intervento pedagogico e spirituale. Basta pensare alle
problematiche inerenti ai diversi comportamenti sessuali situati al crocevia
tra scienze morali, antropologia, ascetica e interpretazione psicodinamica. Lo
stesso vale per i disturbi del sonno, per le condotte di dipendenza e anche per
i fenomeni abnormi della condotta alimentare. L’Autore neppure trascura nell'ambito di alcuni fenomeni paranormali o di alcune incerte strutture nevrotiche di
falso misticismo l’influenza diabolica portando notevole chiarezza in merito.
Tutta
la gamma di sfumature nevrotiche di cui si tinge l’immaturità viene ben affrontata dall'Autore con la sua rassegna sullo sviluppo personologico in particolar modo
a proposito dell’età infantile e di quella dello sviluppo. È qui che la
personalità si consolida, ma può anche fissarsi e cristallizzarsi in forme
psicopatologiche, in apparenza normali, foriere invece di contagio a tutto il
contesto mediante varie forme di disagi psichici. Si tratta dei disturbi della
personalità chiaramente descritti dall’Autore e alquanto diffusi nella
popolazione di oggi, neppure suscettibili di cure specifiche. Si tratta di
piante dal tronco contorto cresciute male e difficilmente modificabili nelle
loro immature disposizioni. Proprio alla maturità psichica Vial dedica molte
pagine, intrattenendosi sulle diverse visioni psicologiche, da Allport fino
all’enciclica Fides et Ratio e a Benedetto XVI, addentrandosi nel terreno
comune tra spiritualità e psicologia dell’idoneità vocazionale, della responsabilità,
del celibato, delle varie sfaccettature nelle quali si articola un percorso
ascetico mirato al conseguimento di una perfezione di vita cristiana.
Si
giunge ancora nello studio di Vial ad aspetti problematici, molto bene
descritti, di persistente insicurezza, di esasperato perfezionismo, di
organizzazioni personologiche falsamente adulte, di vittimismo (e chi ci
pensava? Eppure è una deformazione stabile dell’affettività non certo considerata
dai trattati classici di psicopatologia, ma foriera di croniche sofferenze e di
fenomeni regressivi nel corso della vita di una persona umana), di volontarismo
iper-responsabile.
In
questi casi il male si diffonde dalla persona interessata a tutto il suo
contesto. Come il caso, per esempio, del dirigente di impresa insicuro,
incapace di fidarsi degli altri, che opprime con rigore inflessibile e
complicate pastoie burocratiche i suoi dipendenti: costui a poco a poco diviene
incapace di relazionarsi in modo normale con i suoi simili, anche nel suo nucleo
famigliare. Eppure rimane un eccellente impresario.
Salvezza spirituale & salute mentale
Vial,
nei diversi quadri di disagio psichico, cita abbondantemente il pensiero di
santi, di pontefici, di autori spirituali nell’intenzione di dare significato a
ogni forma di patimento, di non privare chi soffre di alcun alimento
spirituale, di giovargli non solo con il conforto della fede e della vita di
pietà, ma di garantirgli dei veri e propri percorsi verso la salute mentale e verso
la salvezza spirituale. Nel seguire le proposte di Vial non si corre il rischio
di essere generici e approssimativi, anche perché il testo comprende
un’esauriente trattazione delle varie malattie mentali secondo le più
aggiornate sistemazioni nosografiche.
Un
ampio spazio ancora viene dedicato alla descrizione di quegli autori,
psicologi, psichiatri e psicoanalisti che hanno proposto visioni parziali e
riduttive dell’essere umano e che maggiormente hanno influito sul pensiero scientifico
contemporaneo. Un panorama completo viene poi lumeggiato dalle principali
scuole di psicoterapia e dai rispettivi presupposti teorici di partenza. Bibliografia
ampia, esauriente, completa. Vocabolario dei termini scientifici chiaro e di
facile consultazione. Questo trattato non si deve leggere. Bisogna studiarlo.
La
conclusione del testo di Vial è saggia e sapiente: «Tanti aspetti dei
meccanismi della psiche, della malattia fisica e mentale, della vita
spirituale, non si comprendono pienamente. Tuttavia quest’accettazione che in
fondo significa riconoscere la limitazione della nostra condizione finita, ci porta
a scoprire l’Assoluto».
Franco
Poterzio
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