Dopo aver affrontato il tema della "normalità", con un testo di R. Allers ed uno di Martin F. Echavarria, torniamo all'argomento "principe" del rapporto tra la psicologia e la fede cristiana, senza soluzione di continuità. Preso atto che concetti come "norma" e "normalità" così come vengono divulgati dalle scienze positive si rivelano fondati su filosofie false, come il relativismo (cfr. Il relativismo nella psicologia e psicoterapia contemporanea, di M. F. Echavarria), e che essi stessi presuppongono un'assiologia, la quale però viene formalmente negata (cfr. Riflessioni sulla patologia del conflitto, di R. Allers), quale posizione può/deve assumere lo psicologo cattolico, potendo fruire non solo della psicologia scientifica, ma anche di quella filosofica e, soprattutto, di quella teologica - derivante, cioè, dalla Rivelazione? L'articolo Sulla problematica e pistemologica e pratica della psicologia contemporanea nella sua relazione con la fede cristiana di M. F. Echavarria inizia con una semplice ma lucida categorizzazione delle psicoterapie contemporanee - basandosi sulla prospettiva antropologica accennata da un discorso di Giovanni Paolo II - per poi introdurre il contributo della Rivelazione come elemento indispendabile per superare i limiti delle psicoterapie contemporanee e rispondere così al quesito. Al contrario di quanto sostengono alcuni nomi importanti della psicologia accademica, non c'è solamente lo psicologo cristiano, la persona che è membro della Chiesa, ma anche una psicologia cristiana, ossia una disciplina teorica e pratica che coniuga tre piani epistemologici distinti: empirico, filosofico e teologico. Anche se il professore ammette che una psicologia cristiana nelle "circostanze attuali è quasi tutta da sviluppare". L'articolo sviluppa un secondo punto particolarmente importante: la psicoterapia si dimostra una forma moderna di filosofia, ed in particolare di quella parte della filosofia che si occupa del comportamento: l'etica. Ethos è la traduzione del termine personalità o carattere. Echavarria sostiene che la psicoterapia, in quanto disciplina della personalità, assume le forme di una pedagogia, e quindi di un intervento direttivo, volto ad aiutare l'intelletto e la volontà del paziente. E' questo un tema particolarmente importante, su cui da sempre mi interrogo: curare significa educare? Ed educare, significa insegnare? Un tema su cui dovremo tornare in futuro.
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"Una psicologia medica cattolica deve essere una vera sintesi delle verità contenute nei sistemi già esistenti e inaccettabili visto il loro spirito di materialismo puro e le verità della filosofia e la teologia cattolica. Questo lavoro di sintesi non può essere compiuto che da persone istruite e nella medicina o psicologia e nella filosofia, e che possiedono una esperienza pratica e personale assai grande: cioè questo lavoro deve essere fatto da medici, specialisti di psichiatria, dunque da scienziati cattolici laici. (Rudolf Allers, 1936, lettera a P. Agostino Gemelli).
mercoledì 1 maggio 2013
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