Un cristiano che voglia leggersi un buon libro di psicologia è costretto ad attuare una preventiva opera di discernimento. Deve valutare non solo i contenuti che l’autore propone, come è bene per qualsiasi tipo di lettura, ma anche le premesse, sovente implicite, che lo scritto porta con sé. Ovvero l’idea di uomo e di mondo che lo scrittore veicola attraverso le sue riflessioni.
A differenza di altri campi del sapere, in psicologia la concezione dell’uomo e della realtà costituisce un fondamento decisivo per lo sviluppo di qualsiasi discorso psicologico, ovvero sull’uomo e sulla realtà. Se, ad esempio, ritengo che le persone non siano altro che esseri poco più evoluti degli animali, descriverò i loro comportamenti come esito di dinamiche animalesche. L’amore sarà quindi il termine di un istinto, la famiglia la conseguenza di un impulso sessuale, l’amicizia una necessità utilitaristica di autoconservazione, ecc. È difficile trovare un buon libro di psicologia. Anche gli autori che si dichiarano cattolici corrono il rischio di veicolare idee aliene alla concezione cristiana dell’uomo poiché, consapevolmente o incoscientemente, approfonditamente o superficialmente, assumono le prospettive delle psicologie contemporanee.